Nuove regole per le dichiarazioni verdi: Proposta di direttiva dell'UE sui green claims

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Nuove regole per le dichiarazioni verdi

Negli ultimi tempi si è riacceso il dibattito sulla necessità di proteggere i consumatori dalle tattiche di greenwashing quando acquistano prodotti o servizi sostenibili. In questo contesto, è importante sottolineare come le normative europee si stiano evolvendo per garantire un maggiore controllo e una maggiore verificabilità delle dichiarazioni di sostenibilità.

Tradizionalmente, le aziende che praticano il greenwashing sono soggette alle norme della Direttiva sulle pratiche commerciali sleali e della Direttiva sui diritti dei consumatori, che mirano a proteggere i consumatori da affermazioni di marketing false o fuorvianti e a garantire una concorrenza leale sul mercato. La direttiva sulle pratiche commerciali sleali vieta alle imprese di fare affermazioni false o fuorvianti sui loro prodotti o servizi, mentre la direttiva sui diritti dei consumatori impone alle imprese di fornire ai consumatori informazioni accurate e chiare sui prodotti che offrono.

Nonostante le intenzioni di proteggere i consumatori, entrambe le direttive incontrano diversi ostacoli. Una delle sfide principali è che queste direttive, pur essendo restrittive, non sempre offrono una protezione sufficiente ai consumatori. Inoltre, le direttive non forniscono linee guida specifiche ed esplicite sulle modalità di presentazione delle indicazioni ambientali. Di conseguenza, i consumatori sono spesso confusi e devono fare i conti con la difficoltà di distinguere tra indicazioni di sostenibilità legittime e false. Solo in Europa, i consumatori sono esposti a più di 200 etichette sulla sostenibilità, il che può generare ulteriore confusione e sfiducia nel mercato.

Oggi qualcosa sta cambiando. Nel dicembre 2019, la Commissione europea ha adottato il Green Deal europeo, che mira a creare un’economia sostenibile e neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Uno degli obiettivi del Green Deal è la necessità di contrastare le false dichiarazioni ambientali, fornire informazioni affidabili e comparabili ai consumatori per prendere decisioni sostenibili e ridurre il rischio di greenwashing.

Di conseguenza, la necessità di affrontare il greenwashing è stata identificata come una priorità sia nel nuovo Piano d’azione per l’economia circolare che nella nuova Agenda dei consumatori. Nel marzo 2022 è stata presentata una Proposta di Direttiva sulla Responsabilizzazione dei Consumatori nella transizione verde, volta a rafforzare la protezione dei consumatori contro le false dichiarazioni ambientali e a garantire che ricevano informazioni adeguate sulla sostenibilità e sulla riparabilità dei prodotti prima dell’acquisto.

Nel marzo 2023 è stata presentata una proposta di Direttiva sulle Dichiarazioni Ambientali Verdi, che richiede alle aziende di sostenere le loro dichiarazioni sugli attributi ambientali o sull’efficacia dei loro prodotti e organizzazioni con metodi solidi, scientificamente validi e verificabili. La proposta mira a modificare la Direttiva sulle pratiche commerciali sleali e la Direttiva sui diritti dei consumatori per fornire ai consumatori una maggiore protezione contro le pratiche commerciali sleali.

Man mano che procediamo nei nostri sforzi per proteggere l’ambiente, è diventato sempre più chiaro che una delle nostre priorità principali deve essere quella di contrastare le false dichiarazioni ambientali e fornire ai consumatori informazioni affidabili.

Il Green Deal europeo, il Piano d’azione per l’economia circolare e l’Agenda dei consumatori danno tutti la priorità alla necessità di contrastare le false dichiarazioni ambientali e di fornire ai consumatori informazioni affidabili.

La proposta di direttiva sulle indicazioni verdi, insieme alla direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori nella transizione verde, rappresenta un passo avanti verso un’economia più trasparente e sostenibile. Stabilendo una metodologia comune per la verifica delle dichiarazioni ambientali, l’UE intende affrontare il problema del greenwashing.

Ciò consentirà alle aziende di comunicare ai consumatori in modo accurato e veritiero l’impatto ambientale dei loro prodotti e servizi, rendendo più facile per i consumatori distinguere tra le aziende realmente impegnate nella sostenibilità e quelle che approfittano della mancanza di regolamenti.

Nonostante questi progressi, ci sono ancora delle sfide da affrontare.

Una delle sfide più grandi è la mancanza di regole chiare e specifiche sulle dichiarazioni di neutralità rispetto al carbonio. La neutralità delle emissioni di carbonio è ancora considerata da molti una questione complessa e sfaccettata, e può essere difficile misurare e comprovare le affermazioni ad essa relative. Molto probabilmente, in futuro l’UE affronterà la questione sviluppando ulteriori linee guida o regolamenti specificamente incentrati sulla neutralità del carbonio.

Le disposizioni sulla compensazione delle emissioni contenute nella nuova proposta sono al momento piuttosto modeste e prevedono solo obblighi relativi a:

1. Separare il totale di emissioni compensate delle emissioni di gas serra generate dall’azienda, come informazioni ambientali aggiuntive;

2. Specificare se tali compensazioni si riferiscono a riduzioni o rimozioni delle emissioni;

3. Descrivere come i crediti utilizzati per la compensazione delle emissioni, siano di elevata integrità e contabilizzati correttamente per riflettere l’impatto dichiarato sul clima;

4. Fornire informazioni rispetto a quanto i claim di sostenibilità legati ad un prodotto o servizio siano legati alla compensazione delle emissioni.

In attesa di ulteriori linee guida e regolamenti, incoraggiamo i nostri clienti a seguire i più alti standard internazionali costruiti per misurare la vera neutralità del carbonio, scegliendo crediti di carbonio di alta qualità per garantire non solo affermazioni comprovate e affidabili, ma anche un contributo significativo per fermare il cambiamento climatico.

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